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1988-2023: Il Telefono Rosa festeggia 35 anni di attività a sostegno delle donne e dei minori vittime di violenza

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Nato nel 1988, il Telefono Rosa spegne quest’anno 35 candeline e lo farà in occasione dell’annuale Gala in cui verranno nominati gli ambasciatori e le ambasciatrici 2023. La cerimonia si terrà giovedì 11 maggio alle ore 17.30 presso palazzo del Grillo, ACISMOM, in via del Grillo 1.

 

LA STORIA

L’Associazione Nazionale Volontarie del Telefono Rosa nasce a Roma nel  1988, quando tre donne, Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, Giuliana Dal Pozzo e Emma Capocasa, decidono di combattere e portare allo scoperto il fenomeno della violenza sommersa, nascosta tra le mura domestiche. L’Associazione, che doveva essere un esperimento a termine per dar voce alle donne, grazie alla determinazione delle fondatrici e delle volontarie è diventato nel tempo un indispensabile strumento di difesa e denuncia per le donne e i minori. Il bravissimo giornalista è stato tra i primi Maurizio Costanzo ad intuire il valore sociale della missione, raccontandone l’importanza. Sono stati anni di lotte, di successi e di sconfitte, di leggi e diritti conquistati. All’epoca si parlava poco e male della violenza di genere e il Telefono Rosa ha trovato all’inizio molta resistenza.

“Eravamo considerate delle pazze femministe- racconta la presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli-  e nessuno credeva all’importanza e alla necessità di un’Associazione come la nostra. Abbiamo però risposto ad una mancanza sociale e soprattutto ci siamo messe al fianco delle donne spesso considerate delle bugiarde. I panni sporchi all’epoca si lavavano in casa, quella stessa casa dove le donne venivano picchiate e abusate”.

L’obiettivo del Telefono Rosa in 35 anni non è mai cambiato: sostenere le donne e i minori vittime di violenza e combattere per i diritti di tutte. Oggi l’Associazione è cresciuta e si è strutturata, diventando una rete attiva da nord a sud. È costituita da 60 volontarie (29 sono professioniste: avvocate e psicologhe) 32 dipendenti e da un numero considerevole di collaboratori e collaboratrici che ne sostengono ogni giorno il lavoro e l’impegno. Attualmente, nel territorio di Roma e provincia, gestisce cinque centri antiviolenza, due case rifugio e due case di semiautonomia. Tutti i servizi offrono alle donne ascolto, accoglienza, protezione e consulenze legali e psicologiche del tutto gratuite.

 

ATTIVITÀ E PROGETTI

Negli anni il Telefono Rosa ha portato avanti tanti progetti. Di seguito alcune iniziative:

  • Le donne un filo che unisce mondi e culture diverse

Da 18 anni l’Associazione porta avanti un progetto di prevenzione dal titolo: “Le donne: un filo che unisce mondi e culture diverse”. Il progetto di intervento nelle scuole per prevenire e contrastare la violenza è cresciuto di anno in anno coinvolgendo sempre più istituti non solo a livello regionale, ma anche nazionale.

  • Comunità Solidali

L’obiettivo del progetto è fornire alle/ai giovani e agli adulti (docenti e genitori) strumenti per riconoscere i fenomeni imputabili alla violenza e contrastarli, soprattutto nel mondo dei social, per evitare di incorrere nel cyberbullismo e nel revenge porn. Grazie al finanziamento della Regione Lazio con risorse statali del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, il Telefono Rosa ha organizzato un percorso di incontri negli Istituti scolastici superiori di secondo grado.

  • Il lavoro è libertà

Dal 2018 al 2019 l’Associazione ha realizzato il progetto “Il lavoro è libertà” finanziato dalla Regione Lazio per il reinserimento sociale e lavorativo delle donne vittime di violenza afferenti ai servizi territoriali della Regione stessa. Si svolge con corsi professionalizzanti per aumentare le competenze spendibili sul mercato del lavoro. Hanno partecipato al progetto: Telefono Rosa Nazionale, la sede di Torino e Bronte e le Federazioni Coldiretti Piemonte, Lazio e Sicilia.

  • Generiamo Parità

Nel 2019 l’Associazione ha realizzato il progetto “Generiamo Parità”  finanziato dalla Regione Lazio. Il Progetto intende diffondere la cultura delle pari opportunità attraverso strategie di prevenzione e contrasto della violenza di genere e di razza, agendo anche sul superamento degli stereotipi. Sono coinvolti oltre 350 studenti Italiani e Stranieri, sul territorio regionale delle provincie di Roma, Viterbo e Latina.

  • Moduli Rosa

Il progetto, realizzato in collaborazione con il  Dipartimento di Neuroscienze/Salute mentale, UOC di Neuropsichiatria Infantile e UOC di Psichiatria e Psicofarmacologia Clinica Policlinico Universitario Umberto I di Roma, ha avuto come obiettivo la realizzazione di una  piattaforma  interattiva denominata “Moduli Rosa” – Formazione e-learning specialistica per tutte le professionalità che a vario titolo entrano in contatto con i minori vittime di violenza assistita o con i minori orfani di crimini domestici.

  • Up&UP

Dal 1.09.2019 al 31.08.2022 l’Associazione è risultata vincitrice del bando di gara Europeo con il progetto “UP&UP” che  intende definire una metodologia di intervento e realizzare un pacchetto formativo disponibile on line per la crescita delle competenze degli educatori, docenti, tutors, formatori. L’obiettivo è   incrementare  le  competenze di cittadinanza e quelle  sociali dei giovani, in particolare quelli  che vivono in contesti sociali complessi (come le periferie urbane e  le aree interne) su un tema specifico che riguarda il rispetto delle diversità, con particolare riferimento alla differenza di genere. Il progetto è realizzato in partenariato con diversi stati dell’Unione Europea: Italia, Spagna, Grecia, Estonia, Romania e Belgio.

 

QUALCHE DATO

Anno 2022

  • Numero telefonate ricevute: 3990
  • Chiamate relative ai casi di violenza: 1465
  • Donne seguite dalle psicologhe del Telefono Rosa: 610
  • Donne seguite dalle avvocate (civiliste e penaliste) del Telefono Rosa 658

Anno 2023, dal 1 gennaio 2023 al 15 aprile 2023

  • Numero telefonate ricevute: 1330
  • Chiamate relative ai casi di violenza: 452
  • Donne seguite dalle psicologhe del Telefono Rosa: 203
  • Donne seguite dalle avvocate (civiliste e penaliste) del Telefono Rosa: 180

 

 PRESIDENTE E FONDATRICE

Maria Gabriella Carnieri Moscatelli ha fondato il Telefono Rosa 35 anni fa e ne è presidente dal 1993. Il suo impegno a sostegno delle donne parte da lontano, dall’infanzia. Nata a Roma da una famiglia antifascista, ha perso il padre da piccola crescendo con la madre e la sorella più grande. Ha iniziato a lavorare subito dopo gli studi, entrando nel 1960 in banca e diventando poi una delle prime direttrici donna. Anche nel suo lavoro, ambiente certamente maschile e maschilista, non ha mai dimenticato la questione femminile. Nel 1966 all’interno della struttura di Via della Stamperia ha creato il nucleo sindacale della Uib -Uil a cui hanno partecipato diverse colleghe.  Nel frattempo ha continuato a lavorare all’interno dei gruppi femministi, impegnati a scardinare un sistema vecchio e patriarcale. Il movimento delle donne all’epoca decise infatti di lasciare il Palazzo bel “Buon Pastore” e di occupare quello di Via della Lungara, dove ancora oggi ha sede la Casa Internazionale delle Donne. Insieme a tante altre donne ha partecipato e promosso importanti cambiamenti sociali, dalla legge sul divorzio alla 194, solo per citarne alcune. Nell’88 insieme a due grandi professioniste ed amiche ha fondato l’Associazione Telefono Rosa. L’idea iniziale era quella di sondare la violenza all’interno delle mura domestiche. Maria Gabriella voleva inoltre capire la posizione economica della donna all’interno delle stesse e del mondo del lavoro. Il piccolo nucleo di donne che fondò il Telefono Rosa ha lavorato con molta determinazione e se oggi l’Associazione ha raggiunto i livelli attuali lo deve proprio alle fondatrici e al loro impegno costante. Negli anni ’80 era difficile essere ascoltate, soprattutto dalle istituzioni e dalla politica. Il Telefono Rosa ha creato una rete solida con le poche donne che erano all’interno delle Istituzioni: da Nilde Iotti a Giglia Tedesco, da Elena Marinucci a Rosa Russo Jervolino. Insieme a loro Il Telefono Rosa è riuscito a far approvare la legge contro la violenza sessuale. Negli anni anche i media hanno aiutato l’Associazione a farsi conoscere. Maria Gabriella si è sempre dedicata all’Associazione e questo impegno l’ha spinta a lasciare il suo lavoro in banca. Il suo ruolo di presidente è stato, ed è ancora oggi, una missione che ha come unico obiettivo far crescere il Telefono Rosa e sostenere più donne possibile. Lo ha fatto non solo attraverso i servizi gestiti, ma anche grazie ai tanti progetti e rapporti di amicizia e collaborazione nati e stabiliti con varie realtà e/o personalità di diversi ambienti.  Oggi infatti il Telefono Rosa è una struttura consolidata, con un’importante storia alle spalle. Da sempre, come donna e Presidente, si batte per la parità di genere, con un occhio di riguardo verso i giovani e le giovani. Il Telefono Rosa è stato infatti tra le prime associazioni ad occuparsi di formazione ed educazione nelle scuole.

 

Cosa si sente di dire dopo 35 anni di attività del Telefono Rosa?

Sono orgogliosa ed emozionata per questo traguardo raggiunto. Dico spesso che vorrei chiudere il Telefono Rosa, ma solo perché desidero sconfiggere una volta per tutte la violenza di genere. In realtà il Telefono Rosa è un faro per tante donne, da quando abbiamo aperto siamo andate avanti con lo stesso impegno. Insieme a me ci sono 60 volontarie che si sono messe a disposizione di donne e minori. La sera, anche quando sono stanca dopo una giornata intensa di lavoro, sono soddisfatta di quello che facciamo. Salvare anche solo una donna ci spinge a migliorarci e a non mollare mai. Il nostro è un lavoro difficile, a volte è dura contenere tutto il dolore che ci viene raccontato. Ma Il Telefono Rosa è forte e questa forza ci spinge a combattere per tutte. Se da una parte mi auguro di chiudere, dall’altra auguro alla nostra Associazione di crescere sempre di più.

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